Il mobbing comprende tutta una serie di atti o comportamenti, da parte del datore di lavoro nei confronti di un dipendente allo scopo di perseguitarlo, attraverso la lesione della sua dignità umana e professionale.
Il soggetto spesso viene emarginato dal gruppo sociale a cui appartiene, viene sottoposto continuamente ad umiliazioni o vengono diffuse notizie non veritiere sul suo conto, questa violenza psichica, in molti casi è davvero incessante,tanto che il dipendente non vede altra via d’uscita, se non quella di licenziarsi.
La conseguenza disastrosa è che la vittima gradualmente si colpevolizza, pensa di aver fatto qualcosa di male per meritarsi quelle umiliazioni, diventa incapace di sostenere il confronto o addirittura avere un colloquio con un proprio simile.
Nel nostro ordinamento giuridico il mobbing è punibile dal punto di vista civile ed in alcuni casi anche da quello penale.
I danni che ne derivano da questa aggressione psicologica possono essere di vario tipo, iniziando proprio da quello finanziario, per pagare le numerose visite specialistiche o alle sedute di psicoanalisi.
Per non parlare della possibile mancanza dell’entrata mensile, quando il mobbizzato suo malgrado decide di licenziarsi o di andare prima in pensione, senza contare le frustrazioni di tipo sociale, come la perdita della stima dei colleghi, a volte anche del partner.
Ma il danno maggiore è quello sulla salute, iniziano a manifestarsi i primi sintomi di depressione, l’ansia, che può sfociare in veri attacchi di panico, tachicardia, sensazione di un nodo alla gola o mancanza d’aria.
Cresce il disagio nella vita di relazione, si compromettono le affettività, una delle sindrome più gravi e purtroppo frequenti è il DAO, ovvero il manifestarsi ripetuto di attacchi di panico con o senza agorafobia, in questo caso la vittima, rifiuta persino di uscire di casa, al solo pensiero, inizia a stare male.